Nella storia, in cui il vecchio gatto simboleggiava il vero spirito del budo, viene messa in particolare evidenza l'importanza di vuotare la propria mente, di essere staccati da ogni cosa. Questo è anche quanto ci insegna lo zen. Risulta inoltre evidente che chi ha compreso, chi è veramente arrivato, non può spiegare né comunicare agli altri la propria esperienza, perché alla vera comprensione si giunge solo per intuizione, per "illuminazione", e non tramite un ragionamento logico.
Molti anni fa viveva un esperto nell'arte della spada di nome Shoken. Un giorno un grosso topo entrò nella sua casa, infastidendolo continuamente senza che egli riuscisse a catturarlo. Shoken acquistò allora un gatto, che subito balzò sul topo, ma fu morso ferocemente al naso e messo in fuga. Shoken, sorpreso, si fece prestare dai suoi vicini alcuni gatti esperti cacciatori. Li rinchiuse in casa, ma tutti furono feriti e messi in fuga dal terribile topo. Shoken disse allora al suo servo: "Mi hanno detto che nel paese vicino vive un gatto molto famoso. Va a fartelo prestare dal suo proprietario". Il domestico tornò con un gatto vecchio, malandato, dall'aria pacifica e sonnolenta, che non sembrava assolutamente in grado di far fronte all'avversario. Lo stesso topo, vedendolo, si rassicurò e, sottovalutandolo non gli prestò soverchia attenzione, ma il vecchio gatto con un balzo gli fu sopra e lo uccise.
La sera stessa tutti i gatti si riunirono nel granaio di Shoken e, messo al posto d'onore l'eroe del giorno, gli dissero: "Finora noi pensavamo d'essere degli ottimi cacciatori di topi e ci siamo allenati per anni a catturarli, tuttavia siamo stati tutti battuti dal topo che tu sei riuscito con facilità ad uccidere. Qual è il tuo segreto?"
Il vecchio gatto sorrise e disse: "Siete degli ingenui, vi siete abituati a combattere un solo tipo di avversario e quindi non sapete come cavarvela quando incontrate un topo diverso dagli altri. Ma raccontatemi piuttosto come vi allenate".
Un gatto nero prese per primo la parola: "Sono nato da una nobile famiglia di cacciatori di topi e mi alleno a fare i balzi più lunghi, più alti e più veloci di tutti".
Il vecchio gatto replicò così: "Nella difficile arte della cattura del topo tu ti sei specializzato solo nel salto. Il mio maestro mi ha invece insegnato che è necessario uno studio più vasto e più completo. Tu non applichi che una sola tecnica e quindi sei stato battuto."
Un grosso gatto tigrato intervenne con tono sicuro: "Io avevo già compreso ciò che ora tu dici e riuscivo a catturare i topi con una zampata o con qualsiasi altra tecnica. Sempre avevo trionfato e nessun topo era sfuggito ai miei colpi; tuttavia in questo caso sono stato battuto pure io. Perché?"
Il vecchi gatto rispose: "Tu manchi di modestia e hai l'orgoglio di essere il più forte e di vincere sempre; ma ricorda che se tu combatti il nemico, egli ti combatterà, se ti sforzi di ucciderlo egli farà lo stesso. È vana illusione pensare che il tuo nemico sia sempre più debole. Non si può paragonare la corrente normale del fiume a un gorgo improvviso. Un topo che sta per morire può talvolta attaccare con la furia della disperazione. Per salvare la propria vita egli dimentica di essere topo e tutto il resto. Tu non riusciresti a battere un simile topo."
Prese quindi la parola un piccolo gatto grigio: "Io mi sono allenato severamente, dando importanza soprattutto all'aspetto mentale. Non sono orgoglioso e non mi piace combattere. Se incontro un avversario più forte di me cerco di farmelo amico. Malgrado ciò non sono riuscito né a prendere il topo né a farmelo amico."
Il vecchio gatto disse allora: "Il termine 'amico' come tu lo usi non è naturale. Se tu decidi di non attaccare, l'avversario ne sarà subito cosciente. Supponiamo tuttavia che tu ottenga la sua amicizia e che egli poi ti attacchi a tradimento. Ti troveresti senza difesa. Ciò che ti hanno insegnato è del tutto inutile".
Il vecchio gatto continuò: "Molti anni fa ho conosciuto un gatto che dormiva tutto il giorno, ma dovunque lo portassero i topi sparivano, anche se nessuno lo aveva mai visto cacciarli. Gli domandai il suo segreto. Egli non rispose. Gli ripetei quattro volte la domanda. Invano. Compresi allora che egli non sapeva che cosa rispondere. Colui che sa tutto non ha niente da dire. Colui che ha compreso non può spiegarlo agli altri. Quel gatto dimenticava se stesso e tutto il resto. Io non l'ho mai potuto eguagliare".
Shoken aveva partecipato alla riunione; pieno d'ammirazione per il vecchio gatto, gli disse: "Da molti anni mi alleno nella pratica della katana, ma purtroppo non sono ancora giunto a impadronirmi della tecnica e dello spirito. Stasera, tuttavia, ascoltandoti credo di aver intuito qualcosa. Ti prego, continua".
Il vecchio gatto sospirò e così riprese: "Io sono un animale che mangia topi, come posso comprender e le cose umane? Credo tuttavia che nelle arti marziali non si debba considerare solo la vittoria; in tutte le occasioni un uomo deve sapere come vivere e come morire. Se vuoi risolvere da solo questo problema non devi avere dubbi né pregiudizi, ma rimanere calmo e libero. Ma per essere realmente libero devi essere 'vuoto', staccato da ogni cosa. Nella tua mente non ci dev'essere, quindi, né il tuo nemico né te stesso. Sarai così pronto a far fronte ad ogni evenienza. L'essenza delle arti marziali non consiste nella forza né nella tecnica, ma è nascosta nel più profondo dello spirito".
ITO TADAMORI